Canzone

Storia d’amore fra un ramo e una foglia

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Storia d’amore fra un ramo e una foglia

Testo e musica di S. Menza

E Matteo lo gridavano scemo, sapesse picchiare.
E sua madre gli rimproverava di essere triste.
Non riusciva a capire che cosa ci fosse da ridere, da festeggiare.
Quanto poco bastava alla gente per esser felice.
Ma Matteo era l’unico a saper parlare alle foglie.
Fu così che si accorse di una che viveva ancora.
Era nera e ballava la danza del vento maligno di un’ultima aurora.
Aggrappata al suo ramo vibrava di nuova paura,
il trentuno dicembre di una stagione troppo scura.

Ed il ramo silente sentiva la frale presenza
«Com’è strano – pensava – che ancora non sia pur partita.
È che in questa stagione non ho più rumore né ombra e la gente è lontana.
L’anno scorso, ricordo, soccorsi un passero ferito.
Lui guarì, poi partì, ma io no che non sono guarito…

e non so se davvero ti amo,
non so, non so” – disse alla foglia il ramo –
“chissà, chissà, se sia il vento che muova
non so, non so che felicità nuova».

Ed intanto la stretta si faceva sempre più lenta,
mentre il sole più in fretta taceva ubriaco di nubi.
È l’inverno brumoso, l’inverno che bussa più forte perché tu lo senta.
E la foglia scampata all’autunno già nera al suo ramo sul vento piangeva:

«Io qui, io qui, io che t’ho sempre amato,
io no, io no, che non t’ho abbandonato;
è qui, è qui, che voglio riposare.
Tu, tacito, tu rimani a guardare
e non so, non so se non puoi o se fingi.
In questo dirupo non mi tieni né spingi.
Ed hai pianto, o no, per le sorelle andate?
nemmeno io tornerò quest’estate».

Ed il ramo rispose alla foglia: «Così va la vita:
oggi verde ed ombroso, domani ho stecchite le dita.
E va avanti da quasi cent’anni, vi amo sei lune e sei altre sto solo
e anche tu avrai paura di un filo di vento, di un tuono
e ad un tratto dimenticherai il mio nome e chi sono».

E Matteo pianse lacrime dietro alla foglia che cadde.
Mentre precipitava nel vuoto in mano la raccolse.
Un ragazzo con pochi pensieri ne rise e il suo male gli prese a sputare.
Lui rispose: «mi spiace, è da un po’ che non riesco più a odiare».
Gli rispose: «mi spiace, è da un po’ che non riesco più a odiare».

albero-pozzanghera

Ph. M.G. Bellia

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