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Canto di Achab
Testo e musica di S. Menza
E Dio, sì, Dio lo sa se lo amo il mare
e il suo richiamo sa se mai ho deluso.
Dondola il mio destino e fa sognare
l’occhio mio chiuso.
La gamba mia incastrata al ponte, e, in testa,
la vena al vento grida all’occidente.
La stiva un ventre e tutta danza questa
festa danzante.
Maledetto sestante,
sai dirmi dove sono, non dove devo andare…
Maledetto sestante,
sai dirmi dove sono, non dove devo andare…
Più il cielo è terso e meno so pregare,
come chi tema il peso di uno sguardo.
Ripenso a quanto valse navigare,
così m’attardo.
Che più si viaggia e vede e prova e sente,
meno si crede d’aver mai viaggiato,
né visto mai in passato o nel presente,
né mai sentito.
Maledetto sestante,
sai dirmi dove sono non dove devo andare…
Maledetto sestante,
sai dirmi dove sono non dove devo andare…
Bussola avvelenata, bene e male,
sai dirmi dove vado, non da dove vengo.
Avresti immaginato mai che fosse
tanto pesante,
il viaggio, o sestante?
Sai dirmi dove sono, non dove devo andare…
Maledetto sestante,
sai dirmi dove sono, non dove devo andare…
Ciò tutto scelsi e guarda a quale prezzo…
Quella mia vita monca lì nel porto,
o dolce sogno di promesse e inganni,
a un amore, a dei figli, a un cane storto.
A un occhio e ad una gamba, ai miei vent’anni,
i miei vent’anni…
Ph. G. Addamo